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Credimi, Kajan, odiare insieme unisce di più che amare insieme.
Una piccola valigia in mano, un cuore piccolo nel petto, un piccolo sasso al posto dello stomaco e gli occhi grandi come il mondo che aveva davanti.
Kajan aveva mani di vento e i tasti divennero vele; navigava nel mare della sua giovane vita.
La guerra nasce prima nella mente di pochi, poi in quella di molti, poi dalle menti passa alle mani e alle gambe e da lì si sposta negli occhi. E poi, anche quando finisce, negli occhi rimane.